Març dal 2016 |
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 Autorevole storico del diritto e autore del volume “«Un altro modo di possedere» L’emersione di forme alternative di proprietà alla coscienza giuridica postunitaria”, Paolo Grossi, dal 24 febbraio è presidente della Corte costituzionale
 Paolo Grossi presiede la Consulta |
«Il Collegio dei Giudici della Corte Costituzionale ha oggi eletto all’unanimità come proprio Presidente il professor Paolo Grossi, giudice della Corte dal 23 febbraio 2009»: questo stringato comunicato, diffuso dal Palazzo della Consulta il 24 febbraio, ha annunciato la straordinaria notizia che ha suscitato profonda emozione e soddisfazione nel mondo degli Assetti fondiari collettivi.
Immediatamente, il Centro studi di Trento, ha sottolineato l’evento, con un messaggio diffuso attraverso la newsletter del sito www.usicivici.unitn.it/.
«Il Centro studi e documentazione sui demani civici e le proprietà collettive dell’Università degli studi di Trento – ha scritto il professor Pietro Nervi – plaude alla elezione del prof. Paolo Grossi a Presidente della Corte costituzionale della Repubblica Italiana con votazione unanime del Collegio dei giudici.
Al presidente si uniscono i Componenti del Comitato scientifico e del Consiglio direttivo del Centro studi per manifestare al prof. Paolo Grossi il vivo compiacimento per l’alto riconoscimento espresso dal Collegio dei giudici e il sentito augurio per l’impegnativo prestigioso incarico».
La Corte Costituzionale, nello stesso giorno dell’elezione, ha diffuso una breve biografia dello studioso fiorentino, in cui si sottolinea anche il suo contributo scientifico in tema di Proprietà collettive.
«Lo storico del diritto Paolo Grossi, nominato giudice costituzionale dal Presidente della Repubblica il 17 febbraio 2009 e oggi eletto dal Collegio dei giudici come proprio presidente, – esordisce la nota – ha insegnato per più di quaranta anni all’Università di Firenze, nella città dove è nato nel 1933 e nella quale si laureò nel 1955».
Paolo Grossi, secondo il profilo predisposto dal Palazzo della Consulta, «ha segnato la storia del diritto italiano con importanti innovazioni: sino al suo arrivo, nel mondo universitario la storia del diritto era storia del diritto medioevale; con lui quel «grande polmone storico» si apre al moderno e sino al contemporaneo, e muta anche – con il suo arrivo al Consiglio Universitario Nazionale – il nome stesso della disciplina accademica.
Alla storia del pensiero giuridico moderno Grossi ha intitolato sin dai primi anni Settanta un Centro studi, fondando anche i Quaderni fiorentini attorno ai quali si è raccolta un’intera comunità scientifica.
Fermamente convinto del dialogo interdisciplinare e della unitarietà della scienza giuridica, Grossi ha applicato la propria attività di studioso a un diritto socialmente orientato – si ricordino in particolare gli studi sulla proprietà collettiva – ed analizzato all’interno della dimensione costituzionale. La Corte costituzionale, ebbe a dire Grossi prima ancora di essere nominato giudice a palazzo della Consulta, è “l’organo respiratorio dell’ordinamento, il luogo in cui matura l’elaborazione del concetto di ragionevolezza e in cui si commisura la norma del diritto vivente”.
Accademico dei Lincei, dei Georgofili e delle Scienze di Torino, la rilevanza di studioso gli è stata riconosciuta con incarichi e riconoscimenti presso innumerevoli istituzioni internazionali, a cominciare dal Max Planck Institut».
Nel comunicato, si cita anche una frase dello stesso Grossi che bene descrive l’uomo e lo studioso, autore del preziosissimo volume “«Un altro modo di possedere» L’emersione di forme alternative di proprietà alla coscienza giuridica postunitaria”: «Lo storico del diritto è storico e giurista, il diritto gli appare nella sua globalità... Perché la storia è sempre storia di una complessità di vita, di quel complesso di forze spirituali, intellettuali, strutturali, che noi chiamiamo civiltà». |
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