Fevrâr dal 2014 |
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 I relatori del convegno “La valorizzazione del paesaggio agrario ed il contenimento del consumo di suolo Udine” (celebrato il 24 gennaio, a Torreano di Martignacco, in occasione di “Agriest Land”)
 L’assessore regionale alle Infrastrutture, Mobilità, Pianificazione territoriale, Lavori pubblici e Università, Mariagrazian Santoro (in piedi al microfono), insieme con Nadia Carestiato, esperta regionale di Proprietà collettive |
«Il modello dello sviluppo locale si può attuare solo in presenza di due condizioni di partenza: la volontà dei soggetti locali di avviare un percorso volto a creare nuove opportunità di sviluppo per il proprio territorio, nel rispetto delle risorse naturali e della cultura locale; il riconoscimento da parte delle istituzioni del ruolo e delle capacità agli attori locali nella gestione del territorio»: è questo il punto centrale della relazione proposta da Nadia Carestiato, durante la tavola rotonda su “La valorizzazione del paesaggio agrario ed il contenimento del consumo di suolo Udine”, organizzata nell’ambito di “Agriest Land”, il 24 gennaio a Torreano di Martignacco, dalle Direzioni regionali infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale, lavori pubblici, università e per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanea, in collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
L’esperta di Proprietà collettive e docente a contratto dell’Università salesiana di Mestre, Nadia Carestiato, è intervenuta sul tema “Proprietà collettive come opportunità di recupero di pratiche colturali tradizionali nell’ambito di processi di sviluppo locale”.
Insieme a lei, si sono confrontati l’assessore regionale alle Infrastrutture, Mobilità, Pianificazione territoriale, Lavori pubblici e Università, Mariagrazia Santoro; il direttore del Servizio tutela e qualità del paesaggio del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Roberto Bianchini; l’assessore alla Pianificazione territoriale del Comune di Udine, Carlo Giacomello; il direttore del Dipartimento di Scienze Umane dell’Universita friulana, Mauro Pascolini; Tiziano Tempesta dell’Università di Padova (“Crescita urbana, consumo di suolo e degrado del paesaggio rurale”); Alessandra Furlani della rivista “Territori” (“Pesaggio rurale: le determinanti nella evoluzione dei segni strutturanti il territorio agricolo”); e Barbara Marangoni, consulente della Regione Emilia-Romagna (“Linee guida per orientare le trasformazioni nel paesaggio rurale”).
Dopo aver ricordato che la Proprietà collettiva «rappresenta un sistema di gestione delle risorse naturali che offre alle comunità locali i principali mezzi per il proprio sostentamento», Nadia Carestiato ha citato le principali norme statali che riconoscono la preminente funzione ambientale delle risorse godute collettivamente per diritto consuetudinario.
«Con la legge 431/1985 le zone gravate da Usi civici sono state sottoposte alla tutela paesaggistica, acquisendo una spiccata valenza ambientale».
Il successivo Codice dei Beni culturali e del Paesaggio (D. lgs. n. 42/2004 e sue modifiche) – ha aggiunto la studiosa – «include tra le aree di interesse paesaggistico da tutelare anche quelle “assegnate alle Università agrarie e le zone gravate da usi civici”». Infine, la legge 394/1991 sulle aree protette, «riconosce l’interesse dell’intera comunità nazionale alla conservazione degli usi civici come forma di gestione del territorio inteso quale prodotto di “integrazione tra uomo e ambiente naturale” (art. 1, comma 3)».
Per quanto riguarda il modello di sviluppo locale, la relatrice ha affermato che esso si qualifica come autosostenibile (in quanto «il modello deve garantire che le risorse impiegate per lo sviluppo di un luogo siano riproducibili senza sostegni dall’esterno») e autogovernabile (in quanto «deve essere data la possibilità alla comunità locale di autogestire le risorse del proprio territorio»).
Le esperienze regionali, presentate come modelli di realizzazione pratica di tali principi, sono state quelle delle Amministrazioni dei Beni civici di Pesariis di Prato Carnico e di San Marco di Mereto di Tomba, del Consorzio Vicinale di Pontebba Nova /Nachbarschaft Pontafel e delle Comunelle del Carso triestino, riunite nella Comunanza agraria “Agrarna Skupnost”.
La relazione di Nadia Carestiato si è conclusa con la sottolineatura di una specifica criticità: «Ad oggi – ha ricordato l’insegnante dell’Università salesiana di Mestre – la Regione Friuli-V. G., che ha potestà legislativa in materia di usi civici, non ha avviato nessuna operazione di censimento per la verifica della dimensione della proprietà collettiva nel suo territorio».
«Informazioni puntuali e circostanziate sui patrimoni collettivi e sui rispettivi gestori – ha concluso la relatrice – sono importanti al fine di favorire un loro effettivo riconoscimento oltre che per un più razionale governo del territorio, considerato il valore dei boschi ai fini dell’equilibrio idrogeologico, e quello delle terre fertili, sempre più minacciate dall’avanzata della cementificazione». |
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