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"La Vicìnia"
Dicembar dal 2013
 

Si mobilita la Comunità di Variano
SALVIAMO LA “CASA DELLA VICìNIA”
L’iniziativa può essere sostenuta mediante i “social network”

[Mario Zilli]
La mobilitazione della Comunità di Variano per salvare l’antica “Casa della Vicìnia” è sbarcata sulla rete e sta raccogliendo adesioni e sostegno tramite “Facebook”.
Digitando «Salviamo l’edificio “Ex Macelleria” di Variano | Facebook», si raggiunge la pagina ove è documentato il valore storico e culturale dell’edificio, che è stato anche macelleria del paese e che un progetto di ristrutturazione della piazza minaccia di cancellare per sempre.


Su “Facebook”, all’indirizzo https://www.facebook.com/Salviamoexmacelleriadivariano?ref=stream, si possono leggere diversi articoli dedicati dalla stampa regionale alla costruzione ottocentesca, appartenuta alla Comunità di Variano e utilizzata come sede della “Vicìnia”.
Appare anche una ricerca di Elisabetta Farisco, che ha studiato le mappe del Catasto napoleonico e le mappe rifatte dagli austriaci in occasione della campagna del 1809.
Secondo tali documenti, l’edificio registrato alla particella censuaria numero 388 «è situato proprio al crocevia, sul punto da cui si dipanano le strade verso il protostorico castelliere, verso ovest, e verso il sito del castrum romano, verso sud, poi sede della chiesa parrocchiale.
All’epoca, il fabbricato apparteneva ancora al “Comune di Variano” e risultava essere la “Casa Comunale”. Tale situazione è confermata nel 1818, quando l’Amministrazione austriaca ha compilato lo “Stato dei beni comunali” della Provincia del Friuli.
Venuto a conoscenza della mobilitazione dei Varianesi, il Coordinamento regionale della Proprietà collettiva ha inviato una lettera all’Amministrazione comunale di Basiliano.
«Dai dati in nostro possesso – ha scritto il Coordinamento –, risulta che proprio tale edificio sia la storica “Casa comunale” di Variano. Questa nobile e solenne qualifica testimonia, oltre all’antichità dell’edificio, anche il suo alto valore storico, culturale e, dal nostro punto di vista, soprattutto civico.
Come Lei ben sa, la “Comune” e i “Beni com(m)unali”, ad essa indissolubilmente connessi, rappresentano un elemento distintivo e centrale della nostra storia politica ed economica e un dato irrinunciabile della nostra identità collettiva.
Mentre praticamente in tutti i Comuni della Regione sopravvivono i “Beni comunali”, oggi definiti “Beni collettivi”, “Beni civici” o “Proprietà collettive” e riconosciuti e tutelati con apposite leggi statali e regionali, soltanto in pochi paesi sopravvivono gli edifici che le Comunità hanno eretto, in epoche diverse ma sempre con grandi sacrifici, per ospitarvi l’assemblea – spesso denominata “Vicinia” – dei “Comunisti” o “Vicini”, gli organi delegati all’amministrazione dei patrimoni collettivi e altri servizi pubblici indispensabili.
Questi antichi edifici, pertanto, sono una testimonianza storica e culturale di altissimo valore ed un patrimonio che appartiene a tutta la Comunità regionale e perciò sono meritevoli della massima cura e protezione.
Per tutte queste ragioni, il Coordinamento regionale auspica che la “Casa comunale” di Variano venga salvaguardata e valorizzata con un adeguato restauro e venga nuovamente destinata al servizio della Comunità di Variano e alle originarie funzioni civiche».
A oltre 80 anni dalla promulgazione della legge 1766 del 1927, nel Comune di Basiliano, le operazioni obbligatorie di accertamento dei Beni collettivi risultano ancora «non definite». Pertanto, le Comunità di Basagliapenta, Basiliano, Blessano, Orgnano, Variano, Villaorba e Vissandone non conoscono con esattezza la consistenza delle rispettive proprietà collettive né possono amministrarle autonomamente, come stabilito dalla legge 278 del 1957 («All’amministrazione separata dei beni di proprietà collettiva della generalità dei cittadini abitanti nel territorio frazionale provvede un Comitato di cinque membri eletti, nel proprio seno, dalla generalità dei cittadini residenti nella frazione ed iscritti nelle liste elettorali»).