L’assemblea dei partecipanti all’VIII Riunione scientifica del Centro Studi e Documentazione sui Demani civici e le Proprietà collettive dell’Università degli Studi di Trento, Facoltà di Economia e Giurisprudenza, che da anni coinvolge le più significative realtà collettive e civiche del Paese |
In relazione
alle problematiche generali per la tutela delle terre comuni e collettive, talora oggetto di interventi di sanatoria, specie di quelle in prossimità dei centri urbanizzati, che ne riducono le estensioni con danni irreversibili alla consistenza del patrimonio delle comunità locali
al testo proposto dal Comitato ristretto delle Commissioni n. 2 e 13 del Senato della Repubblica sui Beni collettivi e diritti di Uso civico
Segnala
l’importanza di salvaguardare, mantenere e rafforzare in capo agli enti esponenziali delle comunità locali titolari delle Terre civiche e collettive le competenze dell’amministrazione e gestione dei domini collettivi;
la necessità di tutelare e sostenere le comunità titolari dei beni che rappresentano l’anello debole nelle controversie giurisdizionali.
Esprime
la propria preoccupazione in ordine a tutte le proposte dei disegni di legge giacenti in Parlamento e in particolare al testo del Comitato ristretto con riferimento a:
1. L’estendimento della possibilità di alienazione delle terre civiche a destinazione pascoliva e boschiva a chiunque, contrariamente a quanto consentiva la legge 1766/’27 che ne limitava l’applicabilità per le sole terre suscettibili di colture agrarie agli originari o per motivi di utilità pubblica.
2. La legittimazione delle occupazioni abusive assicurata alla sola condizione della durata ventennale, commisurando l’indennizzo a favore della Comunità titolare dei diritti di Uso civico alla redditività del soggetto occupante con indubbio vantaggio per l’occupatore e a detrimento dell’effettivo valore fondiario del bene occupato.
3. L’accertamento dei diritti di Uso civico demandato all’amministrazione comunale, cui è data la possibilità di estinguere tali diritti – senza alcuna parvenza di indennizzo – semplicemente con l’inserimento di detti Beni civici non solo nei piani urbanistici ma anche a quelli territoriali di qualsiasi livello e in altri piani dotati degli stessi effetti, se e in quanto i diritti siano incompatibili con la destinazione dei piani.
4. L’errata equiparazione dei diritti soggettivi della comunità titolare con gli interessi legittimi del privato cittadino, con il conseguente trasferimento delle competenze giurisdizionali della magistratura ordinaria, seppure specializzata dei Commissariati agli Usi civici, a quella del Tribunale amministrativo regionale.
Auspica pertanto
che le commissioni n. 2 e 13 del Senato possano rivedere il testo proposto nel disegno di legge sui Beni collettivi e sui diritti di Uso civico, accogliendo le osservazioni esposte nella presente mozione, in particolare mantenendo ai Domini collettivi i requisiti di inalienabilità e il vincolo di destinazione silvo-pastorale;
che venga assicurata una struttura nazionale a livello di magistratura specializzata per le controversie d’ordine giurisdizionale e che venga istituita un’Agenzia per gli Usi civici a garanzia della difesa degli interessi delle Comunità locali.
Invita pertanto il Centro Studi e Documentazione a seguire con attenzione e proporre opportune iniziative a livello amministrativo e legislativo che possano valorizzare il patrimonio culturale, sociale ed economico delle realtà civiche.
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